sabato 15 giugno 2013

Il corpo: strumento di relazione o confine?


Every body.
Ogni corpo. Tutti i corpi.
Questo il tema degli oratori estivi: letture, giochi, attività e laboratori che diventano strumento per bambini e preadolescenti nella conoscenza e gestione del proprio corpo.
Un tema sempre attuale in una società in cui pubblicità, cultura televisiva, abitudini alimentari non sempre sono in linea con una corretta considerazione del nostro corpo.
Senza dimenticare che - per la religione - il corpo è anche il contenitore dell'anima.



Manca un pezzo però, secondo me.
Quale?
Se osserviamo più da vicino l'esperienza degli oratori - come mi sta capitando in questo periodo - ci accorgiamo che c'è un aspetto che rischia di essere dimenticato.
Chi gestisce, nel concreto, l'esperienza dell'oratorio?
Nel mio caso (come credo anche in molti altri visto quanto raccontato circa la giornata degli oratori a Milano e le conseguenti emozioni) da un gruppo di adolescenti.
Sono bravi, sono entusiasti, sono ispirati, sono attenti... 
Ma sono [e restano] adolescenti.
Con un loro corpo che devono imparare a [ri]conoscere ogni giorno perché in continuo mutamento.



Il corpo però non è solo un contenitore ma anche il confine e il tramite tra me e l'altro da me.

L'oratorio infatti è abitato da bambini e bambine dei primi anni di scuola che necessitano di un contenimento fisico e affettivo che li aiuti ad affrontare la nuova esperienza sociale in un contesto differente da quelli a cui sono stati abituati. Piangono, ti prendono per mano, ti si siedono sulle gambe, ti abbracciano... 
Ma questo luogo è anche attraversato da ragazzini che si stanno confrontando con i primi cambiamenti del loro corpo: la crescita della loro muscolatura, la competizione fisica con gli altri, l'immagine a volte più paffuta o infantile di quanto si vorrebbe.
Senza dimenticare che ci sono anche le ragazzine con il loro corpo che diventa femminile con il quale si devono confrontare ogni giorno, che oltre ai corpi dei loro papà o dei loro fratelli nei giochi da bambina cominciano a confrontarsi con "altri" corpi maschili (a volte nascosti, a volte esposti) facendo i primi conti e i primi esperimenti con l'utilizzo del linguaggio femminile nella relazione con il maschile.



E i nostri adolescenti come gestiscono tutto questo? Come sintonizzano la relazione già complicata con il proprio corpo insieme a tutti questi altri corpi?
Usano il corpo come tramite? Si ricordano che è anche un confine?
Ecco quindi che mi ritrovo a sottolineare loro un aspetto che ritengo fondamentale: va bene il concetto di "servizio" e di "essere a disposizione di" ma non si può prescindere dal rispetto del proprio spazio e del proprio corpo.

Il nostro corpo - oltre che importante strumento di relazione con gli altri - deve però anche essere il confine invalicabile della nostra persona.
Questo ho ricordato ai miei animatori.
Che il loro corpo è uno strumento ma non deve essere oltraggiato, offeso, sfruttato o sminuito. 
Perché Every Body vuol dire Ogni Corpo.
Quindi anche il loro.

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