mercoledì 20 febbraio 2013

Dov'è la voce maschile?

Sono stato ospite del blog IbridoDigitale che ha pubblicato un mio post.
Una sensazione strana quella di "essere stato pubblicato" da qualcuno che non sia io.
Davvero una bella sensazione.
Si parla di un tema a me caro: il ruolo paterno.

Dico "si parla" perché i miei pensieri hanno scaturito una ridda di commenti e di tweet e questo non può che farmi piacere.
 
Ma una cosa mi risuona costantemente - in modo un po' fastidioso - nel retrocranio.
Tutti i commenti (a parte quello del gestore del blog) erano scritti da donne.
Donne che si felicitavano di leggere di padri convinti, donne che sottolineavano l'importanza del ruolo paterno, donne che - dopo aver letto il post - lo avevano condiviso con i loro compagni.
Ma dov'è la voce degli uomini?
Perché noi uomini facciamo così fatica ad esprimerci? A buttare fuori idee, emozioni, pensieri...
Perché?
Sembra emergere sempre di più questa figura maschile che assomiglia ad una sorta di orso. Con il cervello (meno sviluppato di quello di una donna - direbbero), con una sua identità (in perenne costruzione), con delle sue aspirazioni (finalmente non solo in campo professionale).
Ma pur sempre un orso.
Che fatica a comunicare ciò che ha dentro. Che non si permette nemmeno di leggere o commentare un articolo che parla di lui. Confutando, condividendo, esprimendo...
Che cosa abbiamo paura di perdere noi uomini?
Siamo meno virili se leggiamo un blog? Perdiamo in credibilità se partecipiamo ai commenti?
 
Credo che la crisi del ruolo paterno sia determinata - in parte - anche da questa difficoltà.
Qualche mese fa, quando scrivevo della mia idea sulla definizione di "mammo" in un vecchio post, un commento mi ha particolarmente colpito, per l'excursus storico-sociale sull'evoluzione del ruolo maschile.

La costante posizione dominante del genere maschile ha portato gli uomini a percepire di norma se stessi non come "un soggetto", ma come "il soggetto", occultando in questo modo la propria parzialità di genere, il proprio essere un genere. La mascolinità, pertanto, è rimasta invisibile. Analogamente, nel passato gli uomini hanno fatto della supremazia sulle donne un elemento essenziale della propria identità di genere, ne consegue che quando in epoca contemporanea il privilegio maschile è apparso minacciato, è stato l'intero equilibrio della mascolinità a vacillare. Il neofemminismo, in particolare, ha cambiato gli uomini perchè ha cambiato le donne e ha impedito una rifondazione, un rilancio della mascolinità tradizionale.


Cos'è dunque la mascolinità?
Quali sono le caratteristiche peculiari del maschio?
 
Perché un padre fatica anche a scrivere un suo commento su un blog? A lasciare traccia di un suo passaggio in un luogo in cui si parla di un tema a lui caro?


5 commenti:

  1. hehe...perche forse i padri sono più pratici e il loro operato lo metto nel quotidiano, cosi senza farsi sentire?...perchè poi ci sono di loro che vogliano evitare discorsi polemiche, ecc?...ma la verità come scritto anche nella tua riflessione è quella che i padri hanno più difficoltà di esprimere le loro opinioni, le loro idee, ma questa non vuol dire che hanno "il cervello meno sviluppato"...guai chi lo pensa...e io non sono ne per il famminismi ne per il maschilismo. Il ruolo paterno è molto importante nella crescitta e nello sviluppo dei figli e non tutti meritano di essere chiamati "papà" come non tutte possono essere chiamate "mamma" anche se hanno dato vita a quelli che si chiamano figli.lejda

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  2. Si Alessandro, hai ragione anche a me qualcosa non convince ma lungi da me l'idea di parlare di peso dei cervelli, delle differenti qualità degli emisferi o quant'altro.
    Forse ci sono forme diverse per comunicare e non sarebbe male invitare gli uomini a farne una raccolta possibile, anche per inventare luoghi e contesti nuovi.
    Di certo, come te, vivo una bizzarra esperienza quando mi ritrovo a fare incontri con i genitori sui temi del materno e del paterno, con una platea quasi esclusivamente femminile.
    Essere maschi ed essere padri: quali intrecci tra il genere e il ruolo? Sarebbe argomento assai interessante da approfondire.

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  3. Anche io provo le stesse sensazioni.

    Anche nel mio blog BABBOnline ( www.babbonline.blogspot.it ), nonostante l’argomento, i padri sono veramente pochi. Non so se leggano e poi preferiscano non lasciare commenti o non interessi l’argomento. Forse c’è più pudore per un uomo di parlare di certi temi, anche se dovrebbe essere la quotidianità di un padre, o meno interesse per la scrittura.

    Al contrario, ho incontrato tante mamme con le quali c’è un bello scambio di esperienze e idee.

    Inizierò a leggerti, mi trovo molto in quello che scrivi.

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  4. ... ciao! Per quel che conta un'altra voce di papà c'è.
    Non commento molto in giro o perchè non conosco, o perchè ho poco tempo, o semplicemente perchè in certi casi non mi vengono pensieri utili al dialogo... Pure sul mio blog commentano praticamente solo donne... ops, mamme... il fatto è che loro sono davvero tante!
    ciao

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  5. Ti ho citato in un mio post
    http://www.babbonline.blogspot.it/2013/06/delurking-ovvero-anche-io-leggo-il-blog.html

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