domenica 18 novembre 2012

Piccoli tiranni

Una lettura interessante.
Autoritarismo, autorevolezza, permissivismo sono gli stili educativi che i luminari hanno identificato.
Pare che nell'epoca moderna lo stile più utilizzato sia proprio quello permissivo.
Perché?
Come contrapposizione allo stile più "autoritario" che qualche generazione fa veniva utilizzato (quello del "padre-padrone" che comandava su tutti e a cui - in alcune regioni - si doveva addirittura rivolgersi con il "lei" o il "voi")?
Oppure per la paura dei moderni genitori di entrare in conflitto con i propri figli?
O - ancora - come risultato delle evoluzioni sociali che dagli anni 70 in poi hanno criticato il potere costituito e messo in discussione ogni autorità?
Mi vien da sperare che quanto descritto in questo libro, per quanto reale, sia solo una (e non l'unica) rappresentazione della realtà.
E mi vien da sperare che, come in tutti i corsi e ricorsi storici, a seguito di due epoche in cui si prediligono gli opposti, si possa finalmente giungere al "giusto mezzo" riconoscendo che l'autorevolezza possa essere un corretto equilibrio tra autorità e permissivismo.
Compito dell'educazione, in questo caso, è di sostenere gli adulti nel loro processo di crescita ed autoformazione al ruolo di genitori?
 
Tratto dal libro:«Dottore, come posso far capire alla bambina che è ora di andare a letto quando mi dice che vuole continuare a guardare la televisione?». «Basta spegnere la televisione, signora». «Dottore, mai lei la riaccende!». Leggendo questo dialogo si direbbe che la madre abbia a che fare con un’adolescente ribelle. […] La bambina di cui parla ha ventitré mesi, e pesa meno di dieci chili.

5 commenti:

  1. Essere genitori inevitabilmente riattiva vissuti della nostra infanzia, a partire dalla gravidanza.
    Certamente siamo influenzati dalla nostra cultura di appartenenza e da quelle che ci hanno preceduto, ma c'è anche l'aspetto individuale, la storia personale di ciascuno di noi.
    Da educatore " del terzo tipo" penso che la nostra conoscenza sia un punto di forza ma non sia sufficiente. Credo sia fondamentale soprattutto la consapevolezza di ciò che siamo e che siamo stati (per quanto possibile) il che si traduce anche nell'aver fatto "pace" con i nostri genitori e con i loro limiti. Anche noi non siamo perfetti e forse arriverà il momento della "resa dei conti" con i nostri figli.
    Non ho letto il libro che hai citato ma pensando ai figli tiranni, penso ai genitori incapaci di autorevolezza ma perché?
    Anche mia figlia qualche volta mi tiranneggia; semplicemente perché a livello inconscio conosce la mia debolezza. La mia debolezza sta nel sentirmi in colpa per essermi separata da suo padre.
    Ma io questo lo so, e qui sta la mia forza!
    I sensi di colpa ( giusti o no poco cambia per chi li vive) possono essere una delle risposte, la sensazione di non fare mai abbastanza per loro.
    Risultato: figli che si sentono onnipotenti ed egocentrici oltre la normale soglia.
    Figli a cui manca il CONTENIMENTO. Aspetto fondamentale per la loro crescita.
    Qual'e la giusta misura tra permissivismo e autoritarismo?
    Non so, posso dire il mio modo di educare i miei figli.
    Io per loro sono prevedibile, sanno quello che mi fa arrabbiare. Credo che questo sia importante, poi posso essere eccessivamente dura su alcuni aspetti e morbida su altri ma c'è una linea, una coerenza ( anche se discutibile per qualcuno).
    (...continua...)

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  2. (...continua...)
    Sulla scuola sono intransigente, mi piace l'idea che si possa imparare divertendosi ovviamente, quindi appoggio tutti i sistemi innovativi ma mi piace anche l'idea che la scuola rappresenti per i miei figli una loro responsabilità, un dovere. Si, un dovere, parola poco usata ultimamente. Perché tutto non può essere un gioco. La frase "prima fai i compiti e poi vai a giocare" sara' vecchia e superata ma per me rimane attuale. Così come il valore della maestra. Non è' accettabile, a parer mio, che oggi gli insegnanti debbano temere i genitori. Anche qui torna il discorso della responsabilità, se tuo figlio ha problemi a scuola e' colpa della maestra, e' colpa della scuola. È sempre colpa di qualcun altro ma non del proprio figlio. Come se non si potesse provocare alcuna frustrazione, come se la frustrazione fosse sinonimo di infelicità.
    Quella madre che non riesce a spegnere la tv, non riesce ad accettare di provocare nella figlia un piccolo dispiacere. Ma la frustrazione e' anche occasione di crescita.
    Pensando ai bimbi tiranni mi vengono in mente i ricatti sul cibo: mamme che diventano matte perché non riescono a far mangiare i loro figli. Figli che dettano il menù e poi una volta servito il piatto in tavola, cambiano idea e vogliono un'altra cosa. E le mamme? in qualche caso le ho viste rimettersi a cucinare. La totale inconsistenza del loro ruolo genitoriale. Il continuo cercare di giustificarli. Avranno una buona ragione, magari sono nervosi, sono stanchi...
    Non credo che il problema stia solo sul permissivismo, credo che manchi una linea, un filo conduttore, si educano in maniera estemporanea. Oggi dico si è domani dico no senza che ci sia una logica. Tutto ciò li disorienta.
    E poi....tante spiegazioni, troppe spiegazioni! intendiamoci anch'io motivo le mie scelte ai miei figli, ma non su tutto. Se mi chiedono perché dobbiamo cenare alle 19.30 piuttosto che alle 20, rispondo semplicemente che in questa casa si mangia alle 19.30. Perché? Perché nella vita ci saranno regole che non condivideranno o che non capiranno ma che dovranno rispettare. Se parcheggiano in divieto di sosta pagano la multa, non importa al vigile se la macchina dava realmente fastidio oppure no.
    È vero, ci sono regole ingiuste, ce lo possiamo anche dire ma...questa e' la vita!
    Forse una parte di spiegazione sta nel fatto che un tempo non si discuteva di educazione, pedagogia. Ora si fa, ci sono un sacco di manuali per genitori, con le piu svariate teorie. il che non è' un male, ovviamente, ma può disorientare. In questi anni tutto e' stato messo in discussione, genitori, scuola, in particolar modo. E va bene. Solo che a furia di farci domande non sappiamo più darci delle risposte.
    Così piuttosto di fare una scelta col rischio di sbagliare.... Scegliamo di non scegliere.
    Anna

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  3. http://carlasalemusio.blog.tiscali.it/2012/11/12/non-si-deve-viziare-i-bambini/

    Mentre tu pubblicavi il tuo ultimo articolo, un mio amico condivideva questo post. Lo volevo mettere come commento al tuo ma non so come fare e te lo mando così. A prima vista sembrano in contrasto ma non è veramente così. Tu cosa ne dici?
    Laura

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  4. Anna, sono d'accordo su tutto quello che hai scritto. E direi anche che far pace con i propri genitori è un passo fondamentale per diventare adulti.

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  5. "Scegliere di non scegliere"
    Quante volte ho espresso questo concetto: sembra la via più semplice, ma la meno produttiva. Mi sembra che sia però la scelta che - purtroppo - sempre più spesso viene fatta in questa nostra epoca.
    Risultato della deresponsabilizzazione a cui siamo (sono) stati sottoposti i nuovi genitori?
    O vittima della spasmodica ricerca del nuovo ruolo di genitori/amici?
    Mistero... (ma non troppo, per me).

    E per quanto riguarda le coccole?
    Fondamentali, ma non escludono l'autorevolezza.
    Laura, è vero, i due post sembrano dissimili ma non lo sono...

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