venerdì 19 ottobre 2012

Spugne pensanti

Una comune serata di una famiglia.
Mamma, papà e bimba che stanno cenando.
Presente, come spesso accade, l'inseparabile fastidiosa ma inevitabile compagna di sottofondo: la televisione.
Mamma e papà chiacchierano, la bimba interviene a tratti nei discorsi.
Ad un certo punto inizia la pubblicità di un noto supermercato. Ma si dai, avete capito, quella con la famosa comica italiana bassina, non bellissima ma con un'ironia da far sganasciare. Si, si, proprio quella in cui vuole cambiare il dentifricio di sempre, lo yogurt di sempre ed il detersivo di sempre.
Quella in cui la conclusione comica varia di volta in volta.
Oggi la domanda della comica è "Possiamo cambiare i nostri mariti di sempre?".
Mamma e papà ridono, perché il sottile cliché ironico fatto di mille sottointesi che comprendono solo gli adulti è simpatico.
La bimba risponde con un secco "No!".
Mamma e papà hanno un attimo di smarrimento: a chi sta rispondendo la piccola? E quindi, nel tentativo di capire, le chiedono spiegazioni.
"Non si possono cambiare i mariti perché io non voglio cambiare papà. Il mio papà me lo voglio tenere quindi mamma non puoi cambiare il tuo marito di sempre".
Lo smarrimento si trasforma...
La mamma sorride (perché - per fortuna - non ha nessuna intenzione di cambiare marito) ed è piacevolmente colpita dalla logica inattaccabile e dalla capacità di attenzione e di comprensione della sua piccola di appena sei anni.
Il papà gongola, e non c'é bisogno di spiegarne il motivo.
Ma questo papà è anche un educatore che spesso si trova di fronte bimbi che, per obbligo o necessità, non possono o non vogliono pronunciare una frase simile.
Ed il pensiero va a loro e alla loro sofferenza. A quella dei loro padri che non potranno gongolare dopo aver sentito una tale dimostrazione di affetto.
 
I bambini sono delle spugne: assorbono tutto quanto gli sta attorno. Emozioni, frasi, gesti,  sentimenti, dissapori...
Ma sono delle spugne pensanti: assorbono e rielaborano i concetti secondo il loro punto di vista, partendo dalla loro visione del mondo, mettendo in connessione l'input ricevuto con i loro desideri.
Se possono permettersi di esprimerli.
Gli adulti spesso dimenticano questa semplice verità: che i bimbi sono delle spugne pensanti. E che, oltre a fare attenzione a ciò che si dice loro, bisogna anche fare molta attenzione a ciò che ci restituiscono.
Una banale pubblicità (peraltro anche divertente per un adulto) può diventare per un bimbo la fonte di un pensiero, di una paura, di un sentimento. E se il piccolo non è abituato ad esprimere (o non gli viene concesso) con tranquillità la sua opinione, questa macererà dentro di lui e rischierà di diventare dannosa.
Perché la rielaborazione delle spugne pensanti ha comunque bisogno del supporto della razionalità adulta.
 
Il padre ringrazia la pubblicità che ha permesso alla bimba di esprimere il suo amore.
L'educatore si interroga se tutti i bambini hanno questa possibilità e come aiutare gli adulti che incontra quotidianamente per sostenerli in questa scelta.
 
P.S. Tranquilla piccola mia, nemmeno io cambierei la mia "bambina di sempre".

1 commento:

  1. I bambini sono spugne, è proprio vero. E come le spugne assorbono quello che li circonda e di quello assumono un po' il colore (avete presente la pulizia delle tracce di tempera?) Quindi non soltanto si deve stare attenti a quello che si dice, ma a quello che si fa, all'impatto che i nostri sentimenti e i nostri pensieri hanno sulle nostre azioni. C'è un'atmosfera di parole e atteggiamenti che non comprende solo le cose dette direttamente al bambino, sotto qualsiasi forma, ma anche tutto ciò che l'adulto, il genitore, dice agli altri, sugli altri, sulla vita, sul mondo. E il bambino assorbe, assorbe tutto senza però poter comprendere, senza poter contestualizzare. E sicuramente essere accanto a lui ed ascoltarlo quando è pronto a restituire diventa una grossa opportunità educativa e di conoscenza reciproca.

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